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Ciro Prota

"la Cooperativa Vapordotti"

Se ne andavano alla vita
come allora si usava di certo,
senza alibi e senza paura 
a lavorare senza un difetto,
se ne andavano alla vita 
come giovani assonnati al mattino,
con due sigarette in bocca 
da fumare contro il destino.

Quando il vento dell'industria 
spense gli ultimi fuochi d'estate 
si trovarono in fila di morte 
come anime tutte malate,
e cantarono piano in coro
per non disturbare il vento,
il vento duro del lavoro
che si spengeva in un lungo silenzio. 

Ce ne andiamo in cooperativa 
mentre il fischio risuona lontano
ce ne andiamo senza fatica 
e ogni ragazzo si tenga per mano,
la Cooperativa Vapordotti 
fascia quei tubi che odoran di morte
chissà se adesso qualcuno ricorda 
quei giovani eroi e la loro sorte. 

 

 

 

E passavano i giorni nel sole 
già scanditi dal tempo ruffiano, 
a impastare l'amianto e il cemento
mentre il fischio suonava lontano,
ed a pranzo il pentolino 
risuonava di forchette affamate,
un pò più in là il fiasco del vino
sopra un sasso nel vento d'estate. 

E se ne andarono ad uno ad uno,
come fanno le foglie d'autunno,
senza rabbia e senza perdono
come persi in un lungo sonno,
ed apparvero i manifesti
lunghi e neri come file di morte 
e scomparve in una baleno 
la Cooperativa Vapordotti. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ce ne andiamo in cooperativa 
mentre il fischio risuona lontano
ce ne andiamo senza fatica
e ogni ragazzo si tenga per mano.

 

 

Marco Chiavistrelli

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