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Cristina Finotto

Arginando il vuoto dolore

 

Ho perduto il mio cuore

nei magri giorni del digiuno,

nei ramadan dei miei sbagli silenziosi.

Ho gridato al mondo

con il mio corpo vuoto

fatto di spine e petali morti,

come fa per un giorno solo la rosa di Atacama.

Ho gridato con il mio corpo

marchiato a ferro e fuoco,

le mie vene deserte

non avevano più sangue.

Poi mia madre albero ed io talea

ed ho ritrovato la mia bellezza di gemma.

Ho iniziato il mio cammino

con briciole di pane e vita

fino a proteggermi di speranza.

Ora so che Il mio corpo rinascerà

come foglia nuova

nutrita di tutto l’amore che mi porto addosso.

 

(Cristina Finotto)

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