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Eras Perani

"l'inganno"

Ciao Mario,
ormai sono vecchio, mi trema la mano e un po' anche la mente. Quando sono entrato nella vita, ho pianto le lacrime del bambino che non conosce il mondo, adesso che sto per uscirne, ho scoperto il sorriso dell'indifferenza, ironico, sì, ma che ti concilia con l'aldilà.
Così io, attaccato com'ero alla vita terrena e dimentico dell'altra, adesso credo che anche un defunto come te possa essere così vicino tanto da ascoltarmi o addirittura leggere questa lettera dove vorrei scrivere ciò che ho sempre voluto ricordare con il solo pensiero. Forse fra pochi mesi te la consegno io stesso, intanto ne ho molte altre da preparare.
Ricordi Mario?
Abitavi nel paese vicino, ma ti ho incontrato quando si aveva diciott'anni, lassù fra l'erba dei prati d'altura, dove le colline si spogliano come le belle donne per mostrare le rocce nude delle nostre montagne.
Era un mattino luminoso d'aprile, te ne stavi accanto alla sorgiva a cui mi stavo dissetando e tenevi le mani in tasca e il petto in fuori come ad affermare le certezze della nostra giovane età.
Fissavi i miei piedi ed io non capivo perché …

da: "Lettera dal crepuscolo" di Flavio Moro

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